di Massimiliano De Stefano*
Noi di Azione e Italia Viva , sui diritti fondamentali e sul garantismo siamo in prima linea e ci saremo sempre. Non ci interessa la demagogia ed il qualunquismo superficiale che caratterizzano, invece, altri schieramenti. Il nostro faro, il nostro unico punto di riferimento è la Costituzione. Uno dei temi che vogliamo portare all’attenzione dei lettori riguarda la Casa Circondariale di Ivrea, che viene definita vero e proprio “quartiere” della Città.
Si tratta di una struttura, facente capo al Ministero della Giustizia, che sorge sul nostro Comune in Corso Vercelli, che ospita centinaia di detenuti, in condizioni molto difficili di sovraffollamento e nella quale operano ogni giorno, in condizioni altrettanto difficili e stressanti, decine di agenti della Polizia Penitenziaria, educatori, psicologi, volontari.
La nuova amministrazione comunale dovrà esigere che la Casa Circondariale che sorge nel proprio territorio divenga un luogo totalmente rispettoso dei diritti fondamentali di tutti coloro che vi sono reclusi e che vi operano. Il carcere, nella Costituzione, è si un luogo di punizione, ma finalizzato alla rieducazione ed al recupero.
Abbiamo letto su questo giornale di un detenuto che lamenta un disagio che potrebbe essere risolto, anche perché lo prevede l’ordinamento penitenziario, l’Art. 28 (Rapporti con la famiglia)
parla di particolare cura dedicata a mantenere, migliorare o ristabilire le relazioni dei detenuti
e degli internati con le famiglie.
Sembra che ad Ivrea un detenuto possa fare una telefonata di 10 minuti a settimana e 6 ore al mese di colloquio e/o video colloquio ai propri affetti. Questa lettera ci ha colpito molto e ci siamo chiesti il motivo di queste restrizioni, non possiamo credere che su questo tema non si ponga la giusta attenzione. Come possiamo immaginare un percorso rieducativo con eventuale inserimento nella società a queste condizioni?
Noi la vogliamo fare la proposta, istituire una commissione comunale che, insieme al garante dei detenuti possa far visita periodicamente nel carcere, tempi e modi da definire in accordo con gli enti e nel frattempo chiederemo al Sindaco che sia l’interlocutore con i suddetti uffici, affinché la proposta possa divenire fattibile e affinché l’articolo 28 dell’ordine penitenziario diventi un punto imprescindibile e venga applicato nel migliore dei modi.
Bisogna inoltre, che il consiglio comunale ponga con forza alle Autorità competenti, sia a livello di Ministero della Giustizia che di ASL, che le strutture residenziali vengano ampliate ed adeguate, che la struttura sanitaria interna venga potenziata e migliorata. La Casa Circondariale di Ivrea porta il nome della nostra Cittá che è una delle Capitali Culturali Italiane per storia, civiltà e tradizione.
Questo carcere dovrà divenire una struttura modello a livello nazionale, sia per i reclusi, sia per i lavoratori che vi operano. La salute fisica e mentale di tutti è un bene primario.
Il tema verrà posto, pur nel rispetto delle competenze specifiche, pubblicamente e reiteratamente. Faremo inoltre tutto il possibile per rafforzare ulteriormente la collaborazione con tutti gli enti competenti e con le associazioni di volontariato operanti per il recupero ed il reinserimento sociale dei detenuti.
In fondo non esistono temi di sinistra o di destra, esistono cose che bisogna fare per migliorare la nostra società, perché meglio redimere che sopprimere.
Questo editoriale prende spunto su un tema presente nel programma elettorale di Azione e Italia Viva, fortemente voluto dal nostro iscritto in Azione, Avvocato Guido Cellerino, che bene conosce il tema.
* Consigliere comunale Ivrea